Genesi

Il componente del vetro veneziano è essenzialmente il biossido di silicio come vetrificante e componente cristallina, costituita da sabbia di cava e in passato da ciottoli quarzosi di fiume frantumati e polverizzati, e come fondente, un tempo fornito da cenere di piante litoranee ed oggi mediante carbonato di sodio o carbonato di potassio.

Viene usata anche la calce come stabilizzante oltre ad altre varie aggiunte di minerali vari con scopi coloranti, decoloranti, opacizzanti e affinati e altre sostanze specifiche per conferire al vetro qualità particolari. Tutti gli ingredienti vengono pesati all’interno della stanza “composizione”.

03:00 AM

Ogni giorno il mastro vetraio si alza alle 3 del mattino per fare gli incontri tra un colore e l’altro. Ovvero crea dei prototipi del colore del vetro che vuole ottenere. Una volta solidificati, rompe gli incontri e verifica che le parti rotte combacino.

Quando l’incontro avviene, allora la produzione può partire. Una volta fuso il vetro nel crogiolo, si soffia all’interno con una canna.

“Il vetro è sempre vero perché è imperfetto. Ed è perfetto se è così. È come una bella donna… quando pensi di averla capita in verità non hai capito nulla.”

—Paolo Crepax

Ci sono diversi metodi di lavorazione del vetro: filigrane, murrine – che si ottengono con prese di vetro colorate e se sono rosse e nere prendono il nome di avventurine. Tra questi metodi Paolo Crepax è maestro assoluto nell’arte dell’incalmo.

L’incalmo è un innesto con saldatura di due pezzi di vetro soffiato, eseguito a caldo facendo combaciare i bordi che ovviamente devono avere la stessa misura in modo da ottenere un oggetto formato da due diversi colori o da due parti lavorate diversamente.
Poi il vetro si tempera, e quindi la sua temperatura scende da 600°C fino a quella dell’ambiente.
Il tempo che impiega a raffreddare dipende dallo spessore del vetro.